"A Grottaferrata avrebbero votato circa mille e trecento elettori su più di 15.000 aventi diritto. Non c’è stato nessun controllo indipendente in grado di garantire l’esattezza di queste cifre. Prendiamole, quindi, con le molle". E' quanto dichiara il senatore della Margherita Luigi Zanda, eletto del centrosinistra nel collegio dei Castelli romani. "Comunque, 1.300 votanti sono un risultato molto modesto - continua il senatore Zanda - per quelle che pomposamente sono state chiamate elezioni primarie di Grottaferrata. Né vale il confronto con la Puglia dove votava il solo centro sinistra, mentre a Grottaferrata è stato chiesto il voto anche alla destra. Da cinque mesi i cittadini di Grottaferrata vengono tempestati da una campagna quotidiana molto vistosa. Promotori il giornale locale di proprietà di Giuseppe Ciarrapico che, molto correttamente, non fa mistero d’essere uomo di centro destra e Willer Bordon, capogruppo al Senato di un partito del centro sinistra". L'esponente Dl sottolinea che "nelle settimane scorse, sui muri di Grottaferrata, sono comparsi manifesti che invitavano al voto e lo facevano con una grafica simile a quella del Ministero dell’Interno, il che avrà certamente suggestionato molti cittadini. Dopo di che ogni elettore è stato raggiunto da una lettera personale con la quale veniva invitato ad andare a votare, ha ricevuto un fac-simile della scheda, anche questa un’imitazione di quella autentica ed è stato bombardato da sms in tutto e per tutto identici a quelli di Berlusconi prima delle ultime elezioni europee. L’operazione è nata come un pasticcio e un pasticcio è rimasta". "Dal caso di Grottaferrata si può trarre una morale politica - sostiene l'esponente della Margherita - Il voto è l’elemento fondamentale di tutte le democrazie. Ma la qualità democratica del voto deriva direttamente dalle norme che lo regolamentano. Se le norme che lo regolano sono serie, il voto ha un valore, se non ci sono regole o se mancano i controlli, il voto vale molto meno. Le primarie sono uno strumento straordinario per mobilitare l’elettorato quando sono regolate con ogni garanzia e quando servono a scegliere il leader di un partito in vista delle elezioni. Quando invece, come a Grottaferrrata, vengono promosse senza che si sappia nemmeno qual è lo schieramento i cui elettori sono chiamati a pronunciarsi, allora vuol dire che il nome primarie è stato usurpato, scippato. Allora si tratta di un vero pasticcio del tipo “fai da te”. "Si capisce che l’obiettivo di chi le ha promosse a Grottaferrata - conclude Zanda - era quello di fare un po’ di rumore e movimentare la vita politica di una piccola città. Ma chiamare primarie questa roba è un vero abuso. Sono lo strumento di un modo di far politica che non aiuta la democrazia. Anzi la danneggia".
Roma, 24 gennaio 2004
Fonte: Margherita online
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