E’ fissata per le 17 la riunione in CdM per esaminare il decreto attuativo dell’articolo 1 della legge n. 123 del 2007 in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Rimane il no di Confindustria sulle sanzioni. Damiano: “Siamo oltre la logica della concertazione”. ROMA- E' il giorno del Testo Unico. Alle 17 il Consiglio dei ministri si riunirà per esaminare il decreto attuativo dell'articolo 1 della legge n. 123 del 2007 in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L'incontro sarà preceduto da una riunione fra governo e parti sociali per un'ultima verifica comune del Testo. La fumata bianca per l'approvazione del decreto, però non è ancora arrivata, in particolare c'è il no di Confindustria, contraria all'inasprimento delle sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le misure di sicurezza.
"Nessuno mette in dubbio che l'impresa che non rispetta le norme debba essere sanzionata. Ma la sanzione deve risultare sempre proporzionata alla gravità della mancanza." - ha detto ieri Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria- "mentre riteniamo corretto che il datore di lavoro sia sanzionato con la pena massima dell'arresto se omette di procedere alla valutazione dei rischi, credo che sia ingiustificato procedere all'arresto solo perché pur avendo scritto il documento di valutazione dei rischi, lo ha fatto in maniera incompleta". Nei testi governativi aggiunge il vicepresidente di Confindustria, "non solo sono stati quadruplicati gli importi, ma non c'è alcuna proporzione fra la sanzione e la mancanza. Questo perché non si distingue fra mancanze meramente formali e mancanze che, invece, possono creare reali situazioni di pericolo per i lavoratori.Su tutti questi punti esprimiamo una posizione comune che abbiamo condiviso con tutte le altre organizzazioni di rappresentanza delle imprese."- ha sottolineato Bombassei, aggiungendo che secondo Confindustria sia giusto colpire con sanzioni gravi soltanto quei comportamento che mettono seriamente a rischio l'incolumità dei lavoratori, perché altrimenti con un apparato sanzionatorio che punisca indiscriminatamente tutti si rischia di mettere in difficoltà soprattutto le imprese più serie.
Intanto il ministro del Lavoro Cesare Damiano, intervistato questa mattina a Skytg24, ha ricordato che sulla legge delega c'è ormai un confronto che va avanti da mesi, proprio perché si tratta di una materia complessa, in cui si deve tener conto delle osservazioni di tutti. "Non è che noi andiamo avanti a prescindere dalle osservazioni delle parti sociali. Del resto vorrei ricordare che sono sei mesi che è in corso un confronto su una delega, confronto che è diventato una vera e propria trattativa. Siamo persino oltre una logica di concertazione-ha detto - il confronto c'è stato, ci sono state sulle sanzioni delle osservazioni di Confindustria di cui noi abbiamo sempre tenuto conto. Il ministro della Giustizia ha spiegato che di arresto si parla in un solo caso, quello dell'articolo 28. Si tratta dei casi di maggiore gravità per aziende che hanno particolare esposizione, ma anche in questo caso se l'imprenditore si mette in regola può ottenere una sanzione".
Nella serata di ieri anche il presidente del Civ Inail Giovanni Guerisoli è intervenuto sul tema della sicurezza chiedendo la piena integrazione tra i livelli di tutela a carico del Servizio sanitario nazionale e quelli a carico dell'Inail, chiedendo che in un contesto legislativo rinnovato l'Inail possa garantire prestazioni sanitarie, curative e riabilitative ai lavoratori infortunati e tecnopatici svolgendo anche un ruolo sussidiario ed integrativo dei servizi sanitari pubblici, e porsi come interlocutore privilegiato per la definizione della programmazione sanitaria centrale e regionale. "E' auspicabile - ha dichiarato Guerisoli - che sia accolto l'emendamento proposto dalle organizzazioni sindacali (art.9, c.4) che prevede l'erogazione diretta da parte dell'Inail ai lavoratori infortunati delle prestazioni sanitarie comprensive delle cure riabilitative e di fisiokinesiterapia". "Ciò consentirebbe - ha continuato il presidente del Civ - un'effettiva integrazione delle prestazioni sanitarie Inail con quelle erogate dalle Asl per garantire, nel rispetto delle competenze e all'interno di un sistema di sinergie tra strutture pubbliche, interventi uniformi e adeguati finalizzati al reinserimento sociale e lavorativo degli infortunati".
E mentre va avanti l'iter dell'approvazione dell'articolo 1 della legge 123, non si arresta il tragico bilancio delle morti bianche. Ieri due operai hanno perso la vita sul luogo di lavoro a Novara e Milano. Il primo un operaio di 39 anni è rimasto fulminato mentre recuperava dei cavi di rame in una cabina elettrica, che secondo le prime ricostruzioni era senza protezione. A Milano invece un dipendente delle Ferrovie dello Stato è stato travolto e ucciso da un treno in transito lungo la linea ferroviaria Torino-Milano. (Eleonora Camilli)
Fonte: Superabile.it