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Rischio infortuni, 2 anni di prigione
Domani sarà varato dal governo. Sanzioni inasprite. Fino a un anno per il datore di lavoro inadempiente. Ecco il decreto sulla sicurezza. E' il provvedimento, molto atteso, che applica la legge 123, di FULVIO TOTARO

ROMA - Prevenzione, vigilanza, ispezioni, ma soprattutto sanzioni più severe per fermare la contabilità degli incidenti e dei morti sul lavoro. C'è tutto questo nel testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a cui hanno lavorato i ministeri del Lavoro e della Salute: più di 300 articoli che riordinano 50 anni di legislazione. È già pronta una bozza che domani potrebbe essere consegnata a palazzo Chigi; manca ancora un passaggio al ministero della Giustizia per valutare la parte sulle sanzioni che contiene alcune novità.

La bozza prevede tre livelli di sanzione: per le violazioni non sostanziali, che non provocano rischi per i lavoratori, ci sono solo delle ammende, ma saranno più severe le contravvenzioni anche per progettisti, fabbricanti, installatori. C'è l'arresto da sei a dodici mesi o l'ammenda fino a 15 mila euro per il datore di lavoro che non fa la valutazione del rischio o non nomina il responsabile della prevenzione e per le altre violazioni che mettono in pericolo i lavoratori.

Per le aziende con rischi chimici, esplosivi o cancerogeni e le imprese edili, in caso di violazioni più gravi, è previsto l'arresto fino a due anni, senza alternative. Le nuove norme inoltre recuperano le aggravanti già previste in caso di lesioni colpose e omicidio colposo.

Sono sanzioni proporzionate alla gravità della violazione, spiega Cesare Damiano, ministro del Lavoro: "Non al di sotto di quanto prevede la legge 626 del 1994 e non al di sopra di quanto stabilito dalla delega". Proprio la legge delega, la numero 123, approvata ad agosto, contiene delle norme che sono già operative, come la sospensione dell'attività o la chiusura del cantiere fino alla messa in regola, per le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza.

Ma il testo unico prevede anche il rafforzamento delle attività ispettive, la formazione dei lavoratori e incentivi per le imprese che si mettono in regola. Le sanzioni da sole non bastano anche perché spesso arrivano quando non c'è più niente da fare, spiegano al ministero, ma se sono proporzionate alle violazioni possono fare da deterrente e ridurre il numero degli infortuni che negli ultimi anni sono sempre stati più di 900 mila.

I morti sul lavoro, invece, sono più di 100 al mese: nel 2006 sono stati 1341, mentre il conto per il 2007 non è ancora pronto, ma secondo le denunce trattate finora dall'Inail, l'anno scorso gli infortuni mortali sono stati meno di 1300. Per il 2008 non ci sono dati certi: secondo la Cgil i lavoratori morti dall'inizio dell'anno sono almeno 180: dati sottostimati, spiegano al sindacato, perché serve tempo per verificare le cause degli incidenti.

Servirà del tempo anche per il via libera al testo unico: la delega scade a maggio, ma dopo l'approvazione del governo le nuove norme dovranno passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti e della conferenza Stato-Regioni. I morti di questi giorni, dice Damiano, siano un invito a tutte le parti in causa: "serve un atto di responsabilità per vincere le resistenze residue all'approvazione del testo, nell'interesse generale del paese". Ogni giorno perso, dicono le statistiche, ci sono tre morti in più.


(4 marzo 2008)

Fonte: La Repubblica

 
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