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Infortuni sul lavoro, siamo a livelli di guardia
Muoiono quattro persone al giorno. Secondo Guerisoli, ex Cisl, necessario ottimizzare le risorse.
Nonostante un trend proiettato al decremento le statistiche disegnano una situazione comunque drammatica. ALDO GIULIANI, Il Tempo (Frosinone)


La situazione degli infortuni sul lavoro, con particolare riferimento a quelli mortali, è drammatica sia nel Lazio che in provincia di Frosinone. Anche gli ultimi aggiornati dati dell’Inail che si riferiscono al 2005 confermano che la situazione è al livello di guardia, anche se è doveroso riconoscere che il trend infortunistico è in discesa. Ma naturalmente non basta. In Italia continuano a morire quasi quattro persone al giorno, un dato sicuramente incompatibile con una società civile. Per arrestare questo stillicidio di vite umane occorre senza indugio fare di più. Ma molto di più. Le misure sin qui adottate si sono rivelate alla prova dei fatti inadeguate ed insufficienti. Occorre fare molta più prevenzione e quando necessita anche una severa repressione, e soprattutto creare la cultura della sicurezza. La socialità del lavoro, insomma. Si potrebbe obiettare, non senza qualche ragione, che per realizzare una seria e diffusa politica di prevenzione, con priorità nei settori produttivi a maggiore tasso di mortalità sul lavoro, occorrono risorse finanziarie e professionalità. La questione delle risorse finanziarie, a nostro avviso, rischia di diventare o di essere un falso problema. Perché? Perché l’Inail, ad esempio, attraverso la voce del Presidente del Consiglio di Indirizzo e di Vigilanza Giovanni Guerisoli, ex sindacalista della Cisl confederale e del Lazio, non fa mistero di avere soldi (i bilanci negli ultimi anni si chiudono con avanzi di amministrazione di poco inferiore ai due miliardi di euro) da investire nella prevenzione, nella tutela della salute e della sicurezza. «Siamo candidati a svolgere la funzione di "architetto" del sistema del Welfare perché abbiamo soldi e le professionalità - non si stanca mai di ripetere a piè sospinto Guerisoli - ma i nostri ripetuti inviti non vengono purtroppo raccolti». Altro pallino dell’ex sindacalista cislino è quello del coordinamento degli Enti che si occupano della prevenzione allo scopo di ottimizzare e razionalizzare le risorse professionali e finanziarie oltre che rendere più incisivo ed efficace il controllo e la vigilanza. Ma anche questo grido di allarme non viene raccolto tanto è vero che ogni ente continua a fare controlli per conto proprio senza avvertire la necessità di un coordinamento e di una pianificazione degli interventi ispettivi. «Recentemente la Corte dei Conti nel suo rapporto annuale ha sottolineato l’esigenza di rafforzare il ruolo mutualistico dell’Inail – aggiunge Guerisoli – in coerenza con il dettato della carta Costituzionale». Come dire l’Inail continui a fare assicurazione, ad erogare prestazioni (da migliorare attraverso una rivisitazione del Decreto legislativo 38/2000), il suo "mestiere" tradizionale ma con una novità "fare prevenzione, cura, riabilitazione ed reinserimento lavorativo"». Crediamo che questa disponibilità dell’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro debba essere raccolta a livello locale.

domenica 6 agosto 2006



 
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